La brand equity, tradotto come valore di marca, rappresenta un fattore determinante delle strategie di marketing.
L’effetto della brand equity, infatti, è determinante in termini di competitività, in quanto determina effetti a lungo termine, consolidando il legame tra brand e cliente.
Ecco allora, che monitorare la propria brand equity diventa, per le aziende una strategia per rafforzarla, così da poter comprendere fluttuazioni e tendenze economiche ma anche i comportamenti dei consumatori.
Acquisto equivale, nell’ottica di un consumatore, affidarsi a un marchio, e per questa ragione un consumatore cerca autenticità e affidabilità in un brand.
In altri termini, la brand equity, se volessimo sintetizzare il suo significato nonostante la sua complessità semantica, altro non è che un insieme di elementi legati al brand capaci di accrescere oppure ridurre il valore del prodotto che viene offerto.
Il marchio e il suo valore, ricadono necessariamente sul prodotto proposto.
La brand equity, il valore del marchio, non necessariamente rappresenta le caratteristiche del prodotto, le cosiddette feature, bensì quel che la persona insegue, sogna e desidera con quel brand.
Se potessimo rendere in figura di piramide gli elementi caratterizzanti del marketing, troveremmo in cima il valore del marchio.
Ciò perché esso racchiude: identità del marchio e del cliente, la credibilità del brand, le connessioni possibili con nuovi consumatori.
Se da un lato la regola generale della notorietà di un marchio indica i suoi valori come lineari e immediati, dall’altro troviamo una spiegazione a questa legge.
I consumatori confusi o in dubbio possono sciogliere i dubbi.
Soltanto costruendo relazioni di valore con i propri segmenti target sui social, tramite influencer di settore, survey, richieste di feedback o recensioni, si potrà costruire una brand equity adeguata.
Non riuscire a gestire adeguatamente il valore del marchio può avere conseguenze negative sul fatturato, non solo in termini d’immagine.
